Gli accertamenti delle forze dell'ordine e degli organi preposti alla sicurezza del volo hanno fatto luce sul dramma che si è consumato ieri sul volo decollato dall'aeroporto di Caselle e diretto a Lamezia Terme. Un passeggero di 33 anni è morto stroncato da un malore che non gli ha lasciato scampo. A quanto pare è stato fatto tutto il possibile per salvare l'uomo che, purtroppo, non ce l'ha fatta.

A causa di un malore di un passeggero - questa la ricostruzione fornita da soccorritori, compagnia aerea e società di gestione dell'aeroporto di Caselle - l’aeromobile diretto a Lamezia Terme ha fatto rientro a Torino con procedura di emergenza. A bordo del velivolo intanto due medici passeggeri del volo hanno cominciato le manovre di rianimazione cardio polmonare coadiuvati dal personale di bordo, che ha messo a disposizione il defibrillatore semi automatico presente in aereo. Prima dell’atterraggio i medici, oltre che eseguire le suddette manovre, hanno erogato ben due scariche con il defibrillatore. Nel frattempo il personale sanitario in servizio presso il Pronto Soccorso aeroportuale si preparava in pista a prestare soccorsi al paziente. La Centrale Operativa 118, allertata sulla situazione, provvedeva ad inviare l’ambulanza di base di Borgaro Torinese, seguita dal mezzo con medico ed infermiere con sede a Venaria.

All’arrivo dell’aereo il medico in servizio presso l’aeroporto saliva immediatamente a bordo e provvedeva ad erogare la terza scarica con il defibrillatore e a somministrare dell’adrenalina; dopo la terza scarica il defibrillatore non ha dato più indicazioni sull’uso della terapia elettrica. L’ambulanza di Borgaro arrivava al varco indicato e veniva indirizzata verso l’aeromobile; i due volontari, una volta saliti a bordo, hanno aiutato i sanitari che già prestavano soccorso nel continuare le manovre rianimatorie e contestualmente a trasportare il paziente sull’ambulift dove, dopo alcuni minuti giungeva anche l’ambulanza con il medico del 118 che purtroppo, considerata la situazione non ha potuto che constatarne il decesso.

Si precisa che la prima ambulanza con i volontari era attesa al varco ed ha impiegato circa 2 minuti per accedere al sedime aeroportuale (nel frattempo il paziente aveva tre medici con defibrillatore e adrenalina che lo stavano assistendo) mentre la medicalizzata del 118 è entrata immediatamente. Prive di fondamento, quindi, le notizie che riportano un ritardato soccorso a causa di blocchi al varco dell’aeroporto e si coglie l’occasione per sottolineare come la sinergia tra i medici presenti a bordo, gli assistenti di volo, i sanitari in servizio presso l’aeroporto e il 118 abbiano dato al paziente tutte le possibilità che aveva di uscire da quella drammatica situazione. Solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile avere un defibrillatore a bordo di un aereo di linea.