Un'autocertificazione per dichiarare di non essere stati a contatto con persone positive al Coronavirus nelle ultime due settimane. E, inoltre, con persone che possano avere avuto sintomi correlabili con l'insorgenza del Covid-19.
 
E' quanto hanno trovato i 650 addetti della Elbi di via Italia a Collegno alla ripresa dell'attività. Un foglio presentato dalla direzione della ditta, specializzata nel settore del "bianco", quale unica condizione per poter nuovamente tornare a lavorare. 
 
"Con questo provvedimento - spiegano e Rsu e le Rls di Fim Cisl e Davide Provenzano, segretario generale Fim Cisl Torino e Canavese - i dipendenti dovevano assumersi la responsabilità di individuare i sintomi dei parenti e, allo stesso tempo, dichiararne la positività. E poi, come mantenere il distanziamento sociale all'ingresso quando la Elbi non spiega come farlo? Spiace nuovamente rilevare come la Elbi non consideri il ruolo dei delegati sindacali, non coinvolgendoli preventivamente sulla scrittura di questo documento e tenendoli fuori dai cancelli. E’ utile ricordare che il protocollo siglato il giorno 14 marzo tra Governo e Sindacati prevede la costituzione di un comitato tra le parti che coinvolga le RSU nelle misure da adottare per evitare il contagio da Covid19. Ci riserviamo qualsiasi iniziativa utile a difendere le prerogative assegnate ai nostri delegati e a contrastare iniziative aziendali che scaricano sui lavoratori tutta la responsabilità”.