Giovedì 4 luglio, dalle 11 in poi, si terrà una assemblea pubblica con i lavoratori della Lear sotto il grattacielo della Regione Piemonte.
Stamane, martedì 2 luglio, l’azienda di Grugliasco, specializzata in sedili per automobili, ha spiegato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, a Roma, come i carichi di lavoro per la seconda parte dell’anno, legati alla Maserati di Mirafiori, siano esigui.
«Di conseguenza le giornate di lavoro, comprese quelle dedicate alla formazione, sarebbero sufficienti a portare avanti gli ammortizzatori sociali solo fino ad ottobre, giacché questi come noto richiedono minimo il 20% di lavoro. Sul versante dell’outplacement, su 395 occupati 112 sono in formazione, 5 in aspettativa per lavorare presso terzi e 6 hanno trovato un nuovo lavoro; altre 4 persone sono invece uscite trovando occupazione per proprio conto», spiegano i sindacalisti Rocco Cutrì (Fim-Cisl), Antonino Inserra (Fiom-Cgil) e Antonio Iofrida (Uilm-Uil).
Sulle ipotesi di reindustrializzazione il Mimit ha dichiarato come stia seguendo la vicenda «ed aveva anzi verificato la solidità di uno dei potenziali investitori, che però ha procrastinato la sua volontà di investire a fronte di un rallentamento degli ordinativi nel settore della elettrificazione. Di fronte ad uno scenario così drammatico, come sindacato abbiamo chiesto di accelerare sul versante della reindustrializzazione, di aprire al contempo ad un confronto a livello territoriale con le organizzazioni sindacali per valutare tutti gli strumenti utili ad attenuare il più possibile il potenziale impatto sociale e di verificare la possibilità di portare avanti gli ammortizzatori sociali non solo fino a fine anno, ma anche nel corso del 2025. Per questo motivo al prossimo incontro, previsto per il 23 settembre, chiediamo che oltre al Mimit sia presente anche il Ministero del lavoro», concludono i sindacalisti che ricordano come il tempo stia trascorrendo «inesorabile, mentre le soluzioni per le lavoratrici e i lavoratori della Lear di Grugliasco sono sempre più incerte e fumose. Serve costruire percorsi certi, che conducano in tempi brevi verso reali soluzioni di carattere industriale del sito di Grugliasco. Chiediamo a tutte le istituzioni territoriali, amministrazioni comunali e alla Regione Piemonte di attivarsi per supportare il futuro lavorativo dei 395 lavoratori e lavoratrici della Lear».