Un altro processo per Alex Pompa

Se nel novembre 2021 era stato assolto, perchè l'aver ucciso il padre, Giuseppe Pompa, 52 anni, non costituisce reato, il prossimo 22 febbraio 2022, il 21enne di Collegno dovrà tornare in aula per il processo in Corte d'Assise d'appello di Torino.

Era il 30 aprile 2020, quando, in un'abitazione di via De Amicis a Collegno, aveva ucciso il padre, per difendere la madre, da tempo oggetto di continue minacce e violenze: il padre venne ucciso dal figlio con 34 coltellate, utilizzando un coltello da cucina. Alex, dopo averlo ucciso, chiamò i carabinieri e confessò.  

Il pm Alessandro Aghemo aveva ricorso in appello: dopo aver chiesto 14 anni in primo grado, il pubblico ministero continua a ribadire come Alex «non avrebbe ucciso per legittima difesa».

La Corte d'Appello ha accolto parzialmente le istanze del pubblico ministero. Saranno ascoltati sette testimoni: tre medici legali, il medico che intervenne quella notte per constatare il decesso di Giuseppe Pompa, la madre Maria, il fratello Loris e lo zio Michele.

Il giovane, nel frattempo, sta brillantemente affrontando l'Università e in particolar modo il corso di Scienze della Comunicazione, con voti molto alti.

"Sapevamo che ci sarebbe stata questa possibilità. Ne eravamo consci perché il pm lo aveva preannunciato. Come ho detto sin dal primo momento, non è un omicidio ma un mancato femminicidio. Alex non ha mai fatto del male a nessuno. Non ha mai avuto un comportamento sopra le righe a casa, a scuola, a calcio, a catechismo, con gli amici. Un ragazzo a dir poco modello. Alex ha solamente fatto da sentinella nei confronti della madre, che ogni giorno subiva vessazioni dal padre. Noi siamo sereni e continuiamo ad avere fiducia nella giustizia anche se non sarà facile per il mio assistito, perché sarà dura dover ripercorrere, di nuovo, quei momenti così tragici e drammatici", spiega l'avvocato, Claudio Strata. 

Entro aprile 2023 la sentenza.