Un Punto ambulatoriale medico al posto del Punto di primo intervento? A Venaria c'è forte preoccupazione sul futuro del Polo Sanitario al termine dell'ondata emergenziale Covid.

Nelle ultime settimane è emersa la voce del cambio di direzione, con la nascita del Pad, ad accesso diretto, dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 20. Con gli altri orari sempre coperti dal servizio di guardia medica. I pazienti avranno cure e assistenza per le piccole urgenze per poi essere dirottati a Rivoli. 

Critica la Uil Fpl, attraverso il segretario aziendale Nazzareno Arrigò e Giancarlo Zaza: "La scelta pianificata e sostenuta dall'Asl To3 non ci risulta però rispondere alla volontà Regionale che, invece intende, nella sua nota alle aziende sanitarie, riattivare al 100% i servizi attivi nel periodo pre covid. Inoltre, per quel che concerne la riorganizzazione della medicina territoriale, la Regione Piemonte è in attesa di pianificare gli investimenti necessari per lo sviluppo di nuovi progetti e delle linee di indirizzo, come previsto da indicazioni Ministeriali e dal PNRR, che fissano alla data 2026 il termine per la realizzazione degli stessi.

La UILFPL ASL TO3 si dichiara assolutamente contraria e preoccupata per l’ennesima chiusura di servizi utili ai cittadini che, anziché essere sviluppati verso un miglioramento qualitativo, vengono chiusi e sostituiti con dei servizi “ibridi”, che però nulla hanno a che vedere con l’area della medicina d’urgenza.

A tal proposito, permetteteci di sottolineare che nonostante la disponibilità da parte nostra a relazioni sindacali costruttive, non vi è stata alcuna considerazione né dell’informativa PREVENTIVA, né tantomeno vi è stato ad oggi alcun confronto ufficiale per le tematiche meritevoli di approfondimento, così come previsto dalle normative contrattuali vigenti (capo I art. 3 e ss. CCNL 2018 Sistema delle relazioni sindacali).
Non possiamo accettare che si chiudano servizi fondamentali a causa della carenza di personale sanitario; ennesima dimostrazione, questa, delle errate politiche sul taglio del personale, sostenute e portate avanti negli anni e ripetutamente contrastate dalla UILFPL.
Tali politiche, hanno di fatto messo in ginocchio il sistema, facendo pagare i costi ai cittadini e ai lavoratori, esposti una volta di più a un elevato rischio clinico assistenziale per allungamento dei tempi di risposta diagnostica e terapeutica, oltre per la mancanza di operatori formati nel gestire eventuali urgenze, come sta peraltro verificandosi in questi giorni nei due presidi territoriali interessati, Giaveno e Venaria.

Al di là dell’acronimo utilizzato per battezzare i servizi, vorremmo far presente che chiusure di questo genere sono già avvenute nel recente passato, si pensi ad esempio a quando i cittadini in più occasioni si siano recati in presenza di emergenze alle Case della Salute piuttosto che al CAP di Avigliana, non trovando il personale medico competente ad accoglierli, dovendosi così rivolgere ai DEA di riferimento come quello di Rivoli.

Forti dell’esperienze del passato, grazie al rapporto costante con i lavoratori del settore e avendo inoltre già vissuto altre “riconversioni” infruttuose, si vedano le chiusure dei PPI, riteniamo sia d’obbligo fermare questi progetti per i seguenti motivi:

  1. Il PAD non è un servizio di emergenza ma è un servizio ambulatoriale dove è possibile trovare la presenza di un MMG.

  2. Il medico non ha possibilità di utilizzare percorsi dedicati per fare diagnosi o chiedere consulenze, non può eseguire un ECG in caso di dolore toracico e non ha neanche gli strumenti di telemedicina per richiedere consulenze a distanza.

  3. Il Medico non ha l’ampia scelta farmacologica di tipo ospedaliero ma è dotato degli strumenti già in possesso di una guardia medica.

  4. Il medico ha il supporto di 1 infermiere che eroga una prestazione infermieristica parziale, in quanto si trova limitato per le argomentazioni sopra espresse.

  5. Il medico non può fare terapia endovenosa in quanto in questi servizi non ci sono sale di osservazione.

  6. Il PAD non è un pronto soccorso o un PPI e i comuni interessati hanno una densità di popolazione 100.000 abitanti nel caso di Venaria e nel caso di Giaveno un territorio montano e distante dal DEA di Rivoli che ad oggi risulta non collegato territorialmente.

  7. Non è stata data alcuna corretta informativa alla popolazione con conseguente inevitabile aumento rischio.

Si chiede pertanto, in attesa di reperire le risorse umane idonee a riaprire i PPI (utilizzando qualsiasi graduatoria in essere, contrattualisti o specializzandi in medicina d’urgenza), di valutare la possibilità di sospendere l’apertura di tali servizi (PAD), proponendo in sostituzione l’apertura di un servizio di guardia medica turistica utile anche per la consolidata vocazione turistica dei comuni interessati.

A tal proposito la UILFPL sollecita l’azienda ad avviare un confronto con l’Assessorato Regionale alla Sanità, nonché con il servizio di emergenza regionale, al fine di garantire la copertura del servizio di emergenza/urgenza mediante idonei mezzi e procedure di soccorso atti a gestire i casi più critici che potranno presentarsi presso i presidi territoriali".