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Non è facile raccontare la propria vita. Lo è ancora di più quando una persona è costretta a raccontare 30 anni di molteplici violenze. Da quelle verbali a quelle psicologiche. Da quelle economiche fino a quelle fisiche.

Ed è ancora più difficile quando hai dovuto subire il dramma di uno sfregio facciale causato da un acido gettato sul viso dal marito - ora ex - che non voleva accettare il fatto che volesse porre fine a tutte quelle violenze con un semplice gesto: la separazione.

Ma il 28 maggio 2012 la vita di Filomena Lamberti cambia per sempre: il volto sfigurato dall'acido solforico. Quello stesso acido che veniva usato nella pescheria che lei aveva con quel marito geloso, possessivo e violento.

Il suo è stato il primo caso in Italia di questo genere. Ora, a distanza di 12 anni, Filomena è una donna totalmente diversa: libera dopo un calvario fatto di interventi chirurgici e di sedute psicoterapiche per riprendere possesso della sua vita.

"Il giorno prima mi aveva nuovamente chiesto quale fosse la mia intenzione. E io gli ribadii che volevo separarmi. Che quello che per anni avevo scambiato per amore in realtà erano gesti di possessività, di violenza. Ricordo ancora quando la notte dell'aggressione mi disse 'Guarda che ti do'. Poi le urla e il dolore e quel vicino di casa che mi portò in ospedale, visto che il mio ex marito nascose le chiavi dell'auto, impedendo a mio figlio di potermi accompagnare", racconta Filomena al pubblico presente ieri sera, mercoledì 6 novembre 2024, nella sala polifunzionale della Biblioteca Civica Tancredi Milone, davanti al sindaco Fabio Giulivi, all'assessore Paola Marchese e alla consigliera metropolitana Rossana Schillaci e, ancora, agli assessori Monica Federico, Pamela Palumbo e Luigi Tinozzi e ai consiglieri Andrea Carlomagno e Alessandro Gianasso.

L'ex marito venne poi condannato a 18 mesi con patteggiamento, scontandone poi solo 15: altri tempi, purtroppo.

L'uomo venne condannato mentre Filomena era ancora in terapia intensiva "e nessuno la ascoltò. Nessuno guardò quelle fotografie di una donna sfigurata dall'acido. Sicuramente se quelle fotografie fossero arrivate al giudice a quest'ora, forse, parleremmo di una condanna differente", sottolinea l'avvocata Paola Pesce, operatrice del Centro Antiviolenza "Linearosa" di Spaziodonna di Salerno.

Lamberti ha voluto inviare un messaggio rivolto soprattutto alle ragazze e alle donne: "Studiate e impegnatevi per essere indipendenti. Io dovevo lasciarlo anni prima ma non ero indipendente a livello economico. All'epoca avevo paura di vedermi portare via i figli dai servizi sociali. E così ho atteso 30 anni. Troppi, davvero troppi. Anni di violenze, anche davanti ai miei tre figli. Era una relazione tossica. Lo avevo capito ma non avevo la forza di fuggire".

Adesso Filomena è una donna libera: "E questa libertà non me la toglierà più nessuno. Adesso l'aria non mi soffoca più. Non ho paura di parlare con le persone. Di ridere, scherzare. Di viaggiare. Anche se i ricordi ci sono, non lo nego. Ma raccontare tutto, ogni giorno, ai giovani studenti, alle donne e soprattutto agli uomini, mi rende una persona più ricca. E ora mi godo un'altra vita". 

Un'altra vita è anche il titolo del libro scritto da Filomena e autoprodotto in collaborazione con l'associazione Linearosa Spazio Donna del centro antiviolenza di Salerno.