Una vita in favore di chi è in difficoltà. Una vita spesa ad aiutare, praticamente «H24», gli altri. Questo è Giuseppe «Beppe» Dalmazzo, per 38 anni alla guida della Protezione Civile di Venaria Reale e, da qualche tempo anche neo Commendatore della Repubblica.
La cerimonia di consegna dell'attestato avverrà a dicembre a Torino, alla presenza del Prefetto di Torino, del sindaco Fabio Giulivi e del presidente dell'Anioc (Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche).
A Dalmazzo, 87 anni, nato a Rocca De' Baldi in provincia di Cuneo, verrà conferita l'onorificenza per quanto fatto nel corso della sua vita a favore di Venaria, del Piemonte e dell’Italia nelle varie missioni di Protezione Civile. Una nuova onorificenza visto che è già Cavaliere della Repubblica dal 1986, Stella d’Oro al Merito Sportivo dal 1992 e Ufficiale al Merito della Repubblica dal 2013.
Una lunga storia la sua: a soli 17 anni si era arruolato nell’Esercito per poi effettuare il corso per Sottoufficiali a Rieti per poi decidere di effettuare il corso di Aviazione Leggera, per poter pilotare piccoli aerei e gli elicotteri, diventando anche istruttore.
Nell’aprile 1958 il trasferimento a Venaria Reale, in quello che all’epoca era la «S.A.L.», ovvero la «Sezione Aerei leggeri» che, nel corso del tempo, è diventato l’attuale «Aves Toro». Una volta promosso Maresciallo Maggiore dell’Esercito è poi andato in pensione, iniziando il suo percorso in Protezione Civile: «avevo la tessera numero 3 della Protezione Civile. È diventata la mia seconda casa. Ben 38 anni spesi per la causa da coordinatore e ora ho lasciato a Luca Vinciguerra, un valido professionista e degno successore».
Dalmazzo è ricordato anche per essere stato revisore dei conti per il Coni e per diverse Federazioni sportive e, ancora, per aver salvato un bambino piccolissimo a Fiano: «Ero a un pranzo con mia moglie ed amici. Vedo un bambino che camminava a gattoni dirigersi verso il Naviglio di Druento che lambisce anche Fiano. Quando l’ho visto cadere dentro mi sono gettato e l’ho salvato. Dopo qualche mese mi è arrivato un encomio solenne dal IV Corpo d’Armata Bolzano».
Tanti i sindaci e i commissari prefettizi con i quali ha collaborato per fare crescere la sezione venariese, dedicata al compianto Marco Melli: «Dalla Mortarotto ad Alessi; da Catania per ben tre volte fino a Falcone e Giulivi. E anche i troppi commissari che hanno dovuto gestire mesi o interi anni», rimarca con gli occhi lucidi «Beppe», pensando agli albori: «Eravamo partiti con mezzi nostri, con qualche guanto, delle pale, delle tute e degli stivali. Poi, con il passare del tempo, abbiamo iniziato ad avere una sede e dei mezzi. Dagli inizi in quella degli Alpini, grazie al presidente Lino Druetta, per poi passare all’ex Ovr di viale Buridani e all’ex Snia Viscosa, con i materiali nel frattempo reperiti nella Colonia comunale in dismissione di Savona. E, infine, nell’attuale sede di via Verdi, vicino alla Biblioteca».
Del periodo dell’alluvione ricorda quanto fatto a Venaria Reale ma anche quanto fatto tra il Cuneese e l’Alessandrino: «I sindaci ci hanno addirittura fatto una festa per ringraziarci di quanto fatto in quei quasi 30 giorni dove si dormiva poco e si lavorava tanto per pulire e ridare dignità a interi paesi», conclude Dalmazzo.