La procura di Ivrea vuole vederci chiaro sulle case della ormai famosa «Variante 15», il complesso di abitazioni che sta sorgendo a ridosso di corso Machiavelli a Venaria.

Nei giorni scorsi, i carabinieri della compagnia di Venaria, assieme ai tecnici dello Spresal dell'Asl To3, inviati dalla procura eporediese - coordinati dal sostituto procuratore Valentina Bossi - hanno iniziato una serie di indagini deputate a capire perchè una ottantina di famiglie stiano già abitando il nuovo quartiere residenziale nonostante il cantiere ancora in atto.

E, ancora, capire se davvero sia tutto in regola. Sia per quanto concerne la vendita degli alloggi stessi sia per quanto riguarda la questione delle concessioni delle abitabilità.

Ovvero quel certificato che viene rilasciato dagli uffici comunali competenti e solamente se le abitazioni hanno i seguenti requisiti: condizioni di sicurezza, igiene, salubrità, risparmio energetico e impianti installati. E deve essere rilasciato in caso di nuove costruzioni, ricostruzioni o sopraelevazioni, totali o parziali, interventi sugli edifici esistenti che possono influire sui predetti requisiti.

Al momento l'indagine è alle prime fasi, con gli investigatori che hanno acquisito incartamenti, documenti e anche la convenzione stipulata fra i vari costruttori edili e il Comune di Venaria. 

Il nuovo quartiere, composto da circa 1.300 appartamenti, sta sorgendo tra via Petrarca, via don Sapino e corso Machiavelli, a ridosso del Polo Sanitario e in prossimità di un supermercato realizzato, per l'appunto, nell'ambito delle nuove edificazioni.

Il via libera al progetto era arrivato durante il governo pentastellato guidato dal sindaco Roberto Falcone anche se era stato "imbastito" durante l'era Catania.

«L'Amministrazione comunale collabora con la Procura per fare massima luce sulle procedure che interessano l'area», il commento del sindaco Fabio Giulivi.