«Il Giorno della Memoria non è soltanto una ricorrenza. Ma un richiamo ad una costante e continua vigilanza per combattere l’indifferenza. Grazie alla quale i mostri del passato non rialzino la testa. L’Ulivo sarà monito per le generazioni future, affinché si possano mettere le radici contro l’odio razziale e seminare un messaggio di pace. Per non dimenticare».
Questa la targa presente vicino all’ulivo che questa mattina, venerdì 27 gennaio 2023, è stato piantato nella scuola Don Milani, alla presenza delle associazioni e delle scuole del territorio nell’ambito delle celebrazioni del «Giorno della Memoria», organizzate dalla Presidenza del Consiglio Comunale insieme al Comitato della Memoria e alla Città di Venaria.
Numerosi i momenti volti a tramandare il ricordo nelle nuove generazioni: la piantumazione dell'ulivo della pace, il passaggio di consegne (come "Guardie della Memoria") dagli alunni di quinta a quelli di prima elementare, le musiche, le letture, i canti e le rappresentazioni a cura degli studenti delle scuole cittadine di ogni grado.
Il simbolico gesto della posa delle pietre in ricordo dei "Giusti tra le Nazioni", a rievocazione della celebre scena finale del film Schindler's List, ha introdotto gli interventi del presidente del Consiglio comunale Giuseppe Ferrauto e del sindaco Fabio Giulivi e lo svelamento di una targa commemorativa, monito di contrasto all'indifferenza e testimone della necessità di una continua vigilanza.
«Sono stati i giovani delle nostre scuole i protagonisti di queste giornate dedicate alla memoria dell'Olocausto. Con le loro canzoni, letture e racconti hanno realizzato un percorso di approfondimento grazie anche al prezioso lavoro dei loro insegnanti. Prendo spunto dalle parole di Sami Modiano, 92 anni, testimone della Shoah: “Fino a quando avrò forza e vita trasmetterò ai ragazzi quello che è stato. Ho fiducia e speranza in chi verrà dopo di noi”. Perché la Memoria dovrà camminare proprio sulle loro gambe e, i tanti studenti coinvolti in questi giorni, sono davvero una grande fonte di speranza», spiega Giulivi.