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L’approvazione in Consiglio regionale dell’aggiornamento del Piano sulla qualità dell’aria, avvenuta nel tardo pomeriggio del 10 dicembre, ha chiuso un percorso che consentirà alla Giunta di poterne applicare tutti i contenuti, validi fino al 2030.

«Dopo un lungo e complesso lavoro abbiamo approvato questo Piano, che consente di affrontare la transizione ecologica con un metodo scientifico perché è stato realizzato sulla base dei dati e delle indicazioni elaborate da Arpa, a cui abbiamo chiesto di valutare l’efficacia delle azioni messe in campo per rispettare i tempi e gli obiettivi dell’Europa”, ha dichiarato il presidente della Regione Alberto Cirio, precisando che “a questa Europa abbiamo anche chiesto maggior supporto e risorse, per consentire ai Paesi di lavorare alla tutela dell’ambiente in maniera sostenibile per i cittadini, specie per i più deboli. Sono individuate competenze chiare con le Province e i Comuni, sono previsti un sistema di monitoraggio efficace e tempestivo e soprattutto fondi importanti e certi. Il Piano infatti ha una dotazione complessiva di 4 miliardi di euro, di cui 2,8 già operativi, che finanziano una serie di misure che riguardano vari settori, dalla mobilità all’energia, dalle attività produttive all’agricoltura».

L’assessore all’Ambiente Matteo Marnati lo ha definito «un Piano serio, scientifico, concreto e non ideologico, che si prefigura come un atto fondamentale per migliorare la qualità dell’aria in Piemonte, frutto di un grande lavoro che ha visto partecipare molti esperti della Pubblica amministrazione e del mondo accademico ed economico per raggiungere l'obiettivo di riduzione delle emissioni al 31 dicembre 2025 richiesto dalla Commissione europea. Il tema, complesso e sfaccettato, è stato affrontato con approccio scientifico e l’aggiornamento è l’occasione per inserire misure innovative basandoci sul potenziamento del trasferimento tecnologico per definire gli scenari attuali e quelli futuri. Alcune delle novità introdotte sono il ricorso all’intelligenza artificiale, ai biocarburanti e all’uso degli additivi biologici in agricoltura».

Gli ambiti di intervento

Il Piano è articolato su ambiti di intervento, con relative misure e azioni. I macrosettori individuati sono quattro:

mobilità e aree urbane, con azioni che devono favorire la promozione del trasporto pubblico, la sostituzione di bus e treni, la riduzione dei veicoli inquinanti ed interventi di rigenerazione e riqualificazione urbana;

transizione da combustibili fossili a fonti rinnovabili, che comprende la sostituzione di vecchi sistemi di riscaldamento con impianti a biomasse di nuova generazione e la promozione di misure di efficienza energetica;

attività produttive, con misure per la promozione dell’efficienza energetica e la riduzione delle le emissioni in atmosfera mediante processi meno inquinanti;

agricoltura e zootecnia, con attenzione alla copertura delle vasche dei liquami negli allevamenti e la riduzione delle polveri sottili che derivano dalla combustione all’aperto dei residui vegetali.