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C'è forte perplessità tra i sindaci della zona che va da Rivoli alla Val di Susa sulla decisione di destinare 3 miliardi di euro per la realizzazione della bretella Avigliana-Orbassano.

I primi cittadini da un lato accolgono con favore l’attenzione verso le infrastrutture di trasporto, dall’altro si chiedono se questa sia davvero la priorità per un territorio che da anni attende il completamento di opere più urgenti e utili ai cittadini.

Il nodo della questione non è la contrarietà pregiudiziale all'opera, ma la razionalità nella distribuzione delle risorse. Dei 3 miliardi previsti, 1 miliardo proviene dal Fondo per il Trasporto Rapido di Massa, lo stesso fondo che dovrebbe servire a finanziare la Metropolitana di Torino. Oggi, mentre vengono stanziate ingenti risorse per nuove opere senza certezze sui tempi di realizzazione, Torino e la sua area metropolitana continuano a fare i conti con una rete di trasporto pubblico insufficiente a rispondere alle esigenze dei cittadini.

Il confronto con città come Lione è impietoso: con una popolazione inferiore a quella di Torino, Lione dispone di 4 linee di metropolitana per un totale di 30 km, trasportando ogni giorno oltre 700.000 passeggeri. Torino, con quasi 850.000 abitanti, ha una sola linea di 15 km che serve appena 150.000 persone al giorno.

Nonostante i decenni di ritardo, la linea M1 è ancora incompleta: mancano 26 milioni di euro per chiudere i cantieri attuali e 311 milioni per estendere la metropolitana fino al centro di Rivoli. Anche la futura linea M2 è in bilico, con una stima di costo salita a 2,5 miliardi di euro, di cui ne mancano già 700. In questo scenario, appare paradossale che 3 miliardi vengano destinati a un’infrastruttura la cui utilità per il trasporto pubblico è tutta da dimostrare.

«A Rivoli sono anni che aspettiamo i 26 milioni per completare la linea 1 e i 300 milioni per portare la Metro fino a qui. È un’urgenza del territorio e su questo devono essere messi i fondi necessari. Andiamo pure avanti con la progettazione della bretella, ma prima di investire in nuove opere è fondamentale completare quelle già avviate e indispensabili per i cittadini», commenta Errigo.