E' polemica a Venaria dopo le esternazioni del consigliere di Forza Italia, Rosario Galifi, ieri sera in consiglio comunale, contro le famiglie tradizionali e il Gay Pride.
"Ho passato 50 anni con la stessa donna. Ognuno faccia quel che vuole, per me esiste una sola famiglia: padre, madre, figli. Il resto sono porcherie, schifezze" e "Se continuiamo di questo passo, chissà quando verrà fatto il primo Gay Pride a Venaria".
Parole esternate durante la discussione della mozione, presentata dalle forze di opposizione, sull'adesione alla carta d'intenti "Re.a.dy.", la Rete nazionale delle pubbliche amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
Una mozione che giungeva a distanza di pochi minuti rispetto a quella per "Venaria, una città contro tutte le discriminazioni", proposta dalle forze di maggioranza.
Critica "Venaria Possibile": "Ormai siamo abituatə agli scivoloni di questa maggioranza, ma ieri sera, in Consiglio comunale, sono comunque riuscitə a stupirci. Non crediamo serva nemmeno commentare certe uscite, imbarazzanti e vergognose, specialmente se pronunciate in sede istituzionale. E nemmeno ci stupiamo, se pensiamo che questa è la stessa maggioranza che in campagna elettorale parlava di "famiglie tradizionali" e "teoria gender". Queste frasi, però, ci ricordano quanto è importante il lavoro che facciamo, ogni giorno, per promuovere amore, rispetto, uguaglianza e diritti per tutte e tutti. A quando il Gay Pride a Venaria? Noi speriamo molto presto".
Rossana Schillaci (PD) è molto dura: "Probabilmente il consigliere Galifi non sa cosa stesse votando. Perché poco prima vota a favore di una città inclusiva e poco dopo esce con queste affermazioni così gravi. C'è molto controsenso in tutto ciò. Se un nipote o un parente del consigliere fosse omosessuale, cosa farebbe? Lo cancellerebbe dal ramo genealogico? Toglierebbe l'eventuale eredità?".
"Sono rammaricato e prendo le distanze dalle parole del consigliere Galifi, che condanno. Siamo amministratori di tutti i cittadini venariesi. Tutti, senza fare distinzioni di alcun tipo", commenta in conclusione il sindaco Fabio Giulivi.
La polemica arriva fino a Torino: "Dopo le dichiarazioni del consigliere comunale Rosario Galifi, che ha etichettato le famiglie arcobaleno e i 120mila bimbi e bimbe che ne fanno parte come un surrogato di una schifezza, chiediamo le immediate dimissioni dal suo incarico istituzionale", commenta il candidato sindaco di Torino, Davide Betti Balducci, del Partito Gay.